Il corpo raccoglie i nostri disagi e li rende visibili, tangibili. In questo periodo così stressante per tutti, abbiamo accumulato tensioni che il nostro corpo rivela e che noi spesso ignoriamo. Oppure non li ignoriamo ma non sappiamo cosa fare.

Lo so, ci sono tante preoccupazioni e tante cose a cui pensare, quindi il nostro benessere risulta sempre in ultima posizione. Beh, forse dovremo rivedere le nostre priorità. Se noi non stiamo bene, non possiamo nemmeno svolgere le nostre attività quotidiane e di lavoro con efficacia. Dobbiamo imparare a prenderci cura di noi anche se ci fa fatica, anche se pensiamo che non sia importante, invece lo è.

Il respiro è un elemento organizzatore che ci aiuta ad ossigenare il nostro corpo e recuperare energia. Possiamo prenderci del tempo per fare dei movimenti ampi con il sostegno del respiro, anche semplicemente sbadigliare, stiracchiarsi, movimenti in cui ci allunghiamo verso l’esterno per poi tornare verso di noi attivando la connessione Centro-Periferia (la consapevolezza che le nostre estremità sono collegate con il centro del corpo e che fornisce un senso di stabilità e mobilità insieme). E’ possibile fare questi semplici movimenti in spazi piccoli o anche da seduti, è un modo per staccare la spina dai “doveri” e ascoltare un po’ noi stessi. Nel Sistema Laban/Bartenieff uno dei temi fondamentali per la nostra salute è appunto l’alternanza tra Sforzo e Recupero, dopo una attività magari ripetitiva o molto impegnativa sentiamo il bisogno di “staccare”, che noi chiamiamo RECUPERO. Ne ho parlato altre volte nei miei articoli, è un tema molto importante. Il recupero può anche essere una attività che da’ sfogo alla mia espressione personale, che trascende dai miei doveri, che mi libera, mi alleggerisce, mi fa stare bene.

La prima responsabilità che abbiamo è verso noi stessi, e la sensazione di benessere è impagabile.

Dunque abbiamo bisogno di scrollarci di dosso tutta questa tensione accumulata, ne sentiamo il peso sulla nostra pelle, il movimento aiuta a questo scopo.

Ognuno noi è chiuso nella propria realtà, ma riusciamo in qualche modo ad esprimerci? Il potersi esprimere crea benessere, siamo disposti a trovare tempo e spazio per farlo? Dall’altra parte dei “doveri” cosa c’è? C’è spazio per noi e la nostra espressione?